“Non ci sono eroi nella nostra storia. Solo uomini lasciati senza parole dalla violenza del mondo”. Quando il narratore pronuncia questa frase rivela alcuni segreti e fa emergere i propri. Cytise, Anzême, Marty, Charme, Aloès, Saule… sono i nonni, i padri, i figli della famiglia Balaguère, che si è stabilita nel cuore del Morvan. Le guerre si susseguono, il mondo trema, la società cambia, ma in fondo al sentiero, dopo il bosco, immutabile, resta una casa: Les Chaumes. Anne-Laure Bondoux torna con un’affascinante saga familiare. La scrittrice sa come catturare il lettore: ritma la narrazione, varia i punti di vista, gioca con i continui rimandi tra la grande storia e le vicende private dei suoi personaggi. Maneggia con finezza i colpi di scena e, anche nel cuore dei drammi più crudeli, inserisce una parola ironica o un tocco di delicata derisione. L’intreccio è finemente tessuto e ci sono dettagli intrisi di poesia, come per esempio la scelta di certi nomi. Chi già conosce quest’autrice ritroverà i suoi temi prediletti: i legami di sangue, i segreti di famiglia e la casa vista come un rifugio. Si chiude questo romanzo intenso con la sensazione di condividere un segreto prezioso: quello di aver sfiorato con mano il potere del raccontare. Allora ci si sorprende a rileggere il titolo e a cogliere la bellezza di quel verbo coniugato al futuro.
Raphaële Botte, Télérama
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Questo articolo è uscito sul numero 1622 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati