Falso. Ci sono due tipi di “sofferenza” legati all’attività fisica. Uno è il modo in cui il corpo segnala al cervello che sta facendo uno sforzo: una sensazione di disagio che permette di regolare l’attività e fermarsi quando è necessario. Poi c’è il dolore muscolare a insorgenza ritardata (Doms), che si può avvertire uno o due giorni dopo l’allenamento e che sembra avere una funzione protettiva: “Il corpo ci dice che i muscoli hanno bisogno di tempo per recuperare”, afferma Oly Perkin, del Centro per la nutrizione, l’esercizio fisico e il metabolismo dell’università di Bath, nel Regno Unito. Succede più spesso con un tipo di allenamento mai fatto prima, o con esercizi che prevedono un allungamento muscolare sotto tensione, come correre in discesa. È corretto affermare che uno sforzo maggiore può essere più incisivo in termini di benefici dell’esercizio fisico, ma “non è detto che per ottenere miglioramenti sia necessario soffrire” afferma Perkin, soprattutto se si parte da un livello base. Ci sono esercizi a basso impatto come camminare e andare in bicicletta che sono davvero efficaci, soprattutto se sono praticati sul lungo periodo. “Qualsiasi movimento, anche se non sembra faticoso, è molto meglio che non fare nulla”, conclude Perkin. The Guardian
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Questo articolo è uscito sul numero 1621 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati