Grazie alla presenza dei suoi ghiacciai, le Alpi sono la fonte d’acqua dolce più importante del continente europeo. Si estendono su una superficie di circa 192mila chilometri quadrati, toccano otto paesi e delineano un’area naturalistica molto ricca e varia.
Mentre le valli sono densamente popolate e impiegate per l’agricoltura, i pendii sono spesso boscosi e, a quote più elevate, è possibile trovare praterie naturali, rocce e ghiacciai. In questo contesto proliferano i laghi, sia naturali sia artificiali, essenziali per gli ecosistemi, perché garantiscono la fornitura di acqua e di energia, e la sopravvivenza di animali e piante. L’aumento delle temperature e degli eventi meteorologici estremi, come alluvioni, periodi prolungati di siccità e una scarsa copertura nevosa, sono sempre più frequenti e hanno un impatto diretto sulla qualità dell’acqua e sulla vita di questi ecosistemi, sensibili anche a variazioni minime di temperatura. In inverno i bacini si ghiacciano sempre più tardi rispetto al passato e lo scioglimento primaverile comincia prima del solito, come se la stagione fredda si stesse pian piano contraendo. Capita che l’acqua in superficie non raggiunga una temperatura inferiore a quella profonda, creando una stratificazione termica che inibisce il suo naturale ciclo di rimescolamento.
Il riscaldamento globale agisce anche sul ciclo vitale degli organismi che vivono nei laghi, alterando la biodiversità, in un processo che cancella le specie più fragili e lascia scampo solo agli organismi più adattabili. A questo si aggiunge la pressione delle attività umane, soprattutto quelle ricreative e legate al turismo. Lo sviluppo di infrastrutture può alterare i flussi d’acqua contribuendo anche all’erosione del suolo e all’aumento dei sedimenti nei laghi.
Marco Ferrario ha documentato lo stato di decine di bacini lacustri partendo da un’indagine scientifica e usando anche immagini al microscopio e satellitari.
“Questo progetto è un viaggio indimenticabile nel cuore delle Alpi, dove la scienza incontra la narrazione visiva per aiutarci a comprendere e proteggere questi luoghi unici”, spiega il fotografo. ◆
Il progetto fotografico Beyond the surface è stato realizzato tra il 2022 e il 2025 con il supporto delle ricercatrici e dei ricercatori del Cnr Irsa di Verbania Pallanza.
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Questo articolo è uscito sul numero 1620 di Internazionale, a pagina 68. Compra questo numero | Abbonati