“L’Asia orientale, una regione con coste densamente popolate, profondi legami culturali con i sistemi alimentari acquatici e particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici, potrebbe guidare la transizione globale verso i blue food, sistemi alimentari acquatici sostenibili”, scrive East Asia Forum. I blue food sono parte integrante della dieta e delle tradizioni culturali delle comunità costiere in particolare in Cina, Giappone, Corea del Sud e Taiwan. Nella regione c’è anche la maggior parte della produzione mondiale di acquacoltura, con la Cina che nel 2022 rappresentava il 35,5 per cento del pesce e dei frutti di mare del mondo. “La regione deve però affrontare le crescenti sfide del degrado delle coste, della pesca eccessiva e dell’inquinamento provocato dall’acquacoltura”, continua il sito d’informazione. In Giappone la diminuzione degli stock ittici e l’invecchiamento della forza lavoro minacciano la redditività della pesca su piccola scala, rendendo necessaria una transizione verso un’acquacoltura ad alto valore e a basso impatto.
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Questo articolo è uscito sul numero 1619 di Internazionale, a pagina 40. Compra questo numero | Abbonati