La finanza statunitense è sempre stata un porto sicuro per i capitali, ma con la seconda presidenza di Donald Trump è diventata “un’eccezionale fonte d’instabilità”, scrive l’Economist. La lista dei problemi è molto lunga: il debito federale sta crescendo in modo preoccupante; la politica commerciale della Casa Bianca sta provocando conflitti e incertezze; Trump attacca costantemente le istituzioni di altri paesi; gli investitori stranieri sono diffidenti; il dollaro si sta svalutando. C’è poi un elemento ulteriore molto pericoloso ma che spesso viene ignorato, sottolinea il settimanale britannico: negli ultimi dieci anni la finanza statunitense si è trasformata profondamente grazie all’arrivo di una serie di fondi e società d’investimento completamente diversi dalle banche tradizionali, perché grandi, con strutture intricate e caratteristiche che sfuggono ai controlli ordinari. “E dato che sono una novità, nessuno sa come reagirebbero di fronte a una crisi finanziaria”. Un’eventualità che oggi con Trump non può essere improbabile. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1617 di Internazionale, a pagina 108. Compra questo numero | Abbonati