Il 3 giugno il primo ministro mongolo Luvsannamsrain Oyun-Erdene (nella foto) si è dimesso in seguito a un voto di sfiducia del parlamento dopo settimane di proteste nella capitale Ulan Bator. L’indignazione dell’opinione pubblica era esplosa dopo la circolazione di notizie sullo stile di vita troppo agiato della famiglia di Oyun-Erdene. L’ufficio del primo ministro aveva definito le accuse di corruzione “diffamatorie”. Ma da quando Oyun-Erdene si è insediato, nel 2021, la Mongolia ha perso molte posizioni nell’indice di percezione della corruzione (Cpi) compilato dall’ong Transparency international. La rabbia dei cittadini è alimentata anche dalle difficoltà economiche e dall’aumento del costo della vita. Nel 2024 l’inflazione, spinta anche dall’invasione russa dell’Ucraina, ha raggiunto il 9 per cento, secondo l’agenzia di stampa statale Montsame. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1617 di Internazionale, a pagina 35. Compra questo numero | Abbonati