Quando si esce dalla stazione della metropolitana di Upton, nella zona occidentale di Baltimora, in Maryland, si ha l’impressione di essere in una scena di The wire, la serie tv trasmessa dalla Hbo tra il 2002 e il 2008. In giro ci sono molti giovani, alcuni cercano di comprare droga. Ma parlando con Malik, un uomo di quarant’anni che vende occhiali per strada, si scopre che in realtà le cose vanno molto meglio che in passato. “Qui dieci anni fa c’era tanto chiasso che non potevi sentire i tuoi pensieri”, spiega. “Era pieno di gente che urlava ‘tappo rosso’, ‘tappo giallo’ (cioè cocaina). Ora hanno fatto piazza pulita. Non so che sta succedendo. Forse è per quella roba della gentrificazione. È tutto più luccicante, capisci cosa voglio dire?”.
Baltimora era associata alla violenza già prima di diventare famosa grazie a The wire. Ma in effetti sembra che qualcosa stia cambiando. Dall’inizio del 2025 in città ci sono stati 45 omicidi, un terzo in meno rispetto allo stesso periodo del 2024 (199) e molti meno rispetto al record del 2021 (344). All’ospedale Johns Hopkins la pediatra e ricercatrice Katherine Hoops racconta che da mesi non arriva in reparto un bambino con ferite da arma da fuoco. Qualche anno fa capitava almeno una volta al mese.
La violenza è diminuita anche nel resto del paese. Secondo Jeff Asher, che cura un indice della criminalità in tempo reale, di questo passo il 2025 sarà l’anno con meno omicidi dagli anni sessanta. Le cose potrebbero ancora cambiare con l’estate, un periodo in cui generalmente crescono i crimini, ma per ora la tendenza sembra consolidata, spiega Asher. Il mistero sta nelle cause.
Gli esperti stanno ancora cercando di capire perché la violenza sia cresciuta tanto nel 2020. La motivazione più verosimile riguarda la pandemia: in quel periodo la fiducia nei confronti delle forze dell’ordine era crollata, in un momento in cui tante persone si trovavano in condizione di stress e senza la possibilità di accedere ai servizi sociali. Dopo la morte di George Floyd, ucciso brutalmente a maggio di quell’anno da un agente a Minneapolis, e la rivolta nazionale contro gli abusi delle forze dell’ordine, molti poliziotti si erano dimessi. Tuttavia, la variazione registrata di recente è troppo pronunciata per essere solo la conseguenza di un ritorno alla situazione precedente alla pandemia.
Ma allora cosa sta succedendo? Le teorie non mancano. Ray Kelly, attivista per la riforma delle forze dell’ordine, è convinto che oggi il fentanyl (un oppioide sintetico molto potente e letale) sia così economico che non valga più la pena di spacciarlo in strada. Inoltre i furti di automobili sono calati drasticamente grazie all’adozione di antifurti più efficaci, e quando circolano meno auto rubate diventa più difficile compiere altri reati. Questi elementi possono aver contribuito, ma non quanto il lavoro svolto dalle autorità a livello locale e nazionale dal 2020.
Minaccia dall’alto
Durante la presidenza di Joe Biden il governo federale ha finanziato con centinaia di milioni di dollari i programmi per ridurre la violenza nelle comunità, mentre i vertici della polizia hanno tentato (a intermittenza) di recuperare la fiducia della popolazione. Il successo di Baltimora è un esempio degli effetti positivi di questo metodo. In città la violenza si era impennata nel 2015, dopo che Freddie Gray, un ragazzo afroamericano, era morto sotto la custodia della polizia. Negli anni successivi i gravi casi di corruzione nelle forze dell’ordine hanno ostacolato qualsiasi riforma. Ma ora il processo di risanamento è in corso. Secondo Richard Worley, capo della polizia di Baltimora, “oggi il dipartimento è molto diverso rispetto a cinque anni fa”, e il merito non è solo delle forze dell’ordine. Il programma contro la violenza, chiamato Group violence reduction strategy, infatti, coinvolge anche le organizzazioni locali e i procuratori.
Secondo Daniel Webster, professore della Johns Hopkins ed esperto di violenza da arma da fuoco, il modello adottato a Baltimora si concentra sulla deterrenza. Trovare un giusto equilibrio è complicato, sottolinea Webster, ma la città sembra esserci riuscita. Ai ragazzi che si trovano ad avere a che fare con il sistema giudiziario viene data la possibilità di rimediare al loro errore ed evitare il carcere. Questo è possibile grazie al lavoro di organizzazioni come Roca e Yap, che offrono assistenza psicologica e formazione lavorativa ai giovani arrestati.
Ora però sul modello Baltimora incombe una minaccia. L’amministrazione Trump non sembra interessata a programmi di recupero contro la violenza. Kurtis Palermo, presidente di Roca a Baltimora, racconta che ad aprile un milione di dollari dei fondi federali destinati alla sua associazione è stato tagliato. Intanto le attività delle forze dell’ordine a livello federale sono state indirizzate verso un altro obiettivo: le espulsioni degli immigrati. Invece di riformare la polizia, Trump vuole offrire consulenze legali gratuite agli agenti accusati di aver commesso abusi.
La buona notizia è che la diminuzione della violenza può innescare un circolo virtuoso. Con meno chiamate, gli agenti possono lavorare meglio per rafforzare la fiducia delle comunità. Di recente seguendo un pattugliamento degli agenti di Baltimora, in un piovoso martedì pomeriggio, l’Economist ha verificato che il calo della violenza aiuta effettivamente i poliziotti a concentrarsi su altri aspetti. Due agenti hanno dedicato mezz’ora ad aiutare una signora a risolvere una lite con una compagnia telefonica. Quando ho osato pronunciare la frase “qui è molto tranquillo”, gli agenti hanno fatto gli scongiuri. La speranza è che tutto continui così ancora a lungo. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1615 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati