Burgos, Spagna, 28 aprile 2025 (Cesar Manso, Afp/Getty)

Il 29 aprile l’azienda Red eléctrica española (Ree), a partecipazione statale, ha riferito che dalle sei del mattino è stato ripristinato quasi il cento per cento della fornitura di energia del paese dopo l’improvvisa interruzione generale alle 12.33 del giorno prima. I problemi principali si riscontrano ancora nei trasporti: mentre i collegamenti ad alta velocità e a lunga percorrenza sono in gran parte ripresi, nelle città la metropolitana e i treni urbani non sono ancora tornati alla normalità. Intanto è in corso un’indagine per scoprire le cause del blackout. Il premier Pedro Sánchez ha detto che si prendono in considerazione tutte le ipotesi, compresa quella di un sabotaggio. L’unica certezza è che 15 gigawatt di potenza sono improvvisamente scomparsi dalla rete elettrica per cinque secondi. In Spagna, spiega El Correo, la fornitura di energia ha varie fonti. Secondo l’ultimo rapporto della Ree, nel 2024 l’energia eolica è stata quella che ha contribuito maggiormente, con il 23,2 per cento del totale, seguita dall’energia nucleare con il 20 per cento e dal fotovoltaico con il 17 per cento, che ha superato per la prima volta gli impianti a ciclo combinato, che producono energia bruciando gas e che contribuiscono alla produzione con il 13,6 per cento. Anche l’energia idraulica ha storicamente un peso significativo, fornendo un ulteriore 13,3 per cento. La diversificazione delle fonti non protegge però da una fragilità: un’oscillazione della potenza rischia comunque di causare una pericolosa instabilità nel sistema. La Spagna, avendo un’alta produzione di energia, la esporta in altri paesi, soprattutto Marocco e Portogallo, che il 28 aprile è stato colpito di rimbalzo dal blackout spagnolo. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1612 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati