La guerra civile sudanese scoppiata il 15 aprile 2023 ha causato due anni di devastazione, scrive il giornale panarabo Al Araby Al Jadid. Secondo le Nazioni Unite, profughi e sfollati sono più di 13 milioni, in gran parte donne e bambini. Il paese è diviso: l’esercito del generale Abdel Fattah Al Burhan controlla la capitale Khartoum e l’est del paese; le Forze di supporto rapido (Rsf), comandate da Mohamed Hamdan Dagalo, mantengono la presa sulla regione del Darfur. Il 13 aprile le Rsf hanno conquistato il campo profughi di Zamzam, a El Fashir, dopo due giorni di violenze che hanno causato centinaia di morti e migliaia di sfollati. In un appello pubblicato da vari siti sudanesi, i giornalisti del Sudan Media Forum denunciano un conflitto che “prende di mira i civili. I crimini di guerra, contro l’umanità e un genocidio passano sotto silenzio, senza che nessuno se ne assuma la responsabilità o cerchi di fare giustizia”. Una conferenza sul Sudan organizzata a Londra il 15 aprile non ha dato risultati di rilievo sul piano diplomatico. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1610 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati