Il 20 settembre i collaboratori di Katy Perry si sono svegliati con una valanga di recensioni negative. La promozione del suo album 143 era andata a rotoli. Il femminismo a zero calorie del singolo Woman’s world, prodotto dal discusso Dr. Luke, era stato demolito sui social network per settimane. Al momento dell’uscita del disco i critici l’avevano stroncato come un facsimile poco ispirato di Teenage dream. Eppure al calar della notte a Rio de Janeiro Perry è salita sul palco dell’Olympic Park meravigliandosi alla vista di più di centomila persone che la acclamavano. Nonostante i suoi critici negli Stati Uniti, Perry si è guadagnata l’ambito posto come nome di punta del venerdì sera al Rock in Rio, il “Super Bowl latinoamericano” dei festival. Il Rock in Rio da tempo fornisce una piattaforma per artisti di altri paesi per costruire un rapporto con i fan locali. Il Brasile, il paese sudamericano più popoloso, è emerso come il nono mercato al mondo e il più grande dell’America Latina. La sera prima Will Smith aveva svelato i piani per registrare nuova musica dal palco Sunset stage. “Vogliamo che gli artisti usino il Rock in Rio non solo come tappa dei loro tour, ma per entrare in contatto con un nuovo pubblico in uno dei mercati più grandi del mondo”, dice Luis Justo, direttore del festival. “Bruno Mars l’anno scorso si è esibito al nostro nuovo festival a São Paulo. Dopo quello spettacolo i suoi numeri sui servizi di streaming sono esplosi”.
Suzy Exposito, Remezcla
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Questo articolo è uscito sul numero 1584 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati