La violenza causata dal golpe di febbraio e l’aumento dei contagi da covid-19 rischiano di causare un “disastro umanitario” in Birmania, avverte The Diplomat. Secondo le Nazioni Unite tre milioni di birmani hanno bisogno di assistenza umanitaria in varie parti del paese. Ma la giunta militare ha accentrato tutte le risorse sanitarie, dai vaccini all’ossigeno fino alle medicine, denuncia la rivista. Allo stesso tempo vari operatori del settore si rifiutano di lavorare per la giunta, nel tentativo di negargli legittimità. “Bloccando l’aiuto alle persone più bisognose, i generali birmani hanno trasformato l’aiuto umanitario in uno strumento per proseguire la guerra contro i loro stessi cittadini”, spiega The Diplomat, che accusa alcuni paesi della regione, come Thailandia, India e Cina, di avere rapporti troppo stretti con la giunta, e gli Stati Uniti di disinteressarsi della questione. In questo contesto, prosegue il giornale, il problema dei rohingya è ancora irrisolto: “Centinaia di migliaia di rohingya restano confinati nei campi e la giunta gli impedisce di vaccinarsi”. La situazione birmana non dovrebbe essere considerata un problema interno: “La crisi sanitaria potrebbe straripare e colpire l’intera regione”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1424 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati