◆ “La neve non dovrebbe essere rossa”, scrive il New York Times. A volte in primavera le cime delle Alpi francesi si tingono di rosa, rosso e altri colori, ma il fenomeno non è limitato all’Europa occidentale. La rivista scientifica Frontiers in Plant Science ha raccolto una serie di ricerche sul tema, l’ultima delle quali condotta sulle Alpi. Dalla Groenlandia all’Antartide, dal monte Tateyama, in Giappone, alla banchisa artica, le segnalazioni si moltiplicano. Il colore particolare della neve dipende dai pigmenti di alghe microscopiche, capaci di prosperare in condizioni estreme, ma le cause del fenomeno non sono ancora chiare. I luoghi in cui si manifesta sono infatti così remoti da complicare le ricerche. A quanto pare le alghe si sviluppano in ambienti con forte luce ultravioletta, grandi sbalzi di temperatura e scarsità di nutrienti. Dallo studio francese è emerso anche che il tipo di alga dipende dall’altitudine. Quella del genere Sanguina, che colora la neve di rosso, cresce solo oltre i duemila metri di altitudine.

Il New York Times si chiede se ci siano analogie con la recente moltiplicazione delle alghe nei laghi e nei mari. In quel caso la fioritura dipende dall’apporto, attraverso condotti di scarico, di nutrienti usati in agricoltura. È possibile che anche le nevi colorate abbiano cause simili, o siano comunque legate ad attività umane? Non ci sono prove, ma l’ipotesi è che le alghe siano un indicatore dei mutamenti ambientali.

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Questo articolo è uscito sul numero 1414 di Internazionale, a pagina 104. Compra questo numero | Abbonati