Arturo Pérez-Reverte (Samuel de Roman, Getty)

Il Cid è un personaggio storico-leggendario spagnolo che porta nel suo zaino il peso non lieve del simbolo. A volte del mito patriottico e nazionale. La prima precauzione di Arturo Pérez-Reverte è stata quella di liberare il suo Sidi da tutto l’armamentario allegorico che lo circonda, ma senza spogliarlo del tutto, perché allora il Cid sarebbe stato ridotto a un guerriero ordinario. Ci viene mostrato in un terreno specifico, quello dell’intimità: il cavaliere che subisce ingiustizie reali e, in compagnia dei suoi parenti, affronta una vita di stenti. Intelligente, astuto e temerario, combatte con un coraggio esemplare. Ed è anche umano, quando è tentato dalla sorella del re moro di Saragozza, una seduzione che non appare nell’originario Poema del mio Cid. Pérez-Reverte applica al Cid un trattamento demistificante dal quale esce, però, l’immagine di un eroe di frontiera, un mercenario dotato di virtù eccezionali. Non traccia tutto il suo percorso storico, solo i mesi successivi alla sua espulsione dalla Castiglia. Un tempo sufficiente perché il personaggio riveli le sue qualità, la sua miscela di onore e abnegazione, la sua bonomia e anche la sua brutalità. L’autore traccia i giusti limiti per far coesistere l’eccezionale e il quotidiano, l’essere arcano e inaccessibile e l’uomo che è vicino alla sua gente perché condivide con loro fatiche e rischi. È così che Arturo Pérez-Reverte delinea l’immagine dell’eroe. Non cade mai nel modello astratto. Come gli altri suoi romanzi, Sidi mostra una concretezza assoluta, e questo tratto permea tutta l’ampia galleria di personaggi, cristiani, mori, amici e nemici. Non sono esseri bidimensionali, rispondono a un’acuta caratterizzazione, psicologica e fisica, che li rende individui. Il quadro storico ha una grande plasticità, e l’autore ha scelto i materiali storici e di costume più opportuni per ricreare un tempo terribile. La narrazione in un lessico attuale colorato di voci antiche assicura una storia magnifica, interamente revertiana, piacevole e per niente innocente: l’autore scommette su un modello di morale e di comportamento. Santos Sanz Villanueva, El Mundo

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Questo articolo è uscito sul numero 1414 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati