In Etiopia, nella regione settentrionale del Tigrai, 353mila persone vivono un’emergenza di fase 5, “catastrofe”, in base alla classificazione internazionale dei livelli di carestia. Queste persone non abitano in zone circoscritte, ma sparse all’interno di un’area dove l’allerta è di livello 4, “emergenza”. Lo afferma uno studio delle Nazioni Unite pubblicato il 10 giugno. Per l’Unicef 33mila bambini rischiano di morire perché non hanno da mangiare, riporta il sito Addis Standard. Un’emergenza simile non si verificava dal 2011, quando la Somalia fu colpita da una gravissima siccità. Oggi la carestia è in gran parte una conseguenza della guerra in corso dal novembre del 2020. I combattimenti e le rappresaglie delle truppe etiopi e dei loro alleati contro i civili tigrini hanno causato la distruzione del 90 per cento dei raccolti, mentre il 15 per cento del bestiame è stato rubato o ucciso. Per il governo etiope l’analisi dell’Onu non risponde alla realtà e la scarsità di cibo non è così grave.

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Questo articolo è uscito sul numero 1414 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati