Durante la crisi del debito dell’eurozona Mario Draghi, allora presidente della Banca centrale europea (Bce), promise che avrebbe fatto “tutto il necessario” per proteggere l’euro dalla speculazione, disinnescando una minaccia alla sopravvivenza dell’Unione europea. Quest’estate i paesi ricchi dovranno fare qualcosa di simile se vogliono lasciarsi alle spalle il covid-19. Mentre i leader del G7 si preparano a incontrarsi in Cornovaglia dall’11 al 13 giugno, i direttori dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), del Fondo monetario internazionale (Fmi), della Banca mondiale e dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) hanno avvertito che il divario nei tassi di vaccinazione sta creando una “pandemia a doppio binario”: alcuni paesi a basso reddito hanno ricevuto meno dell’1 per cento delle vaccinazioni globali contro il covid-19.
Mostrare più solidarietà è nell’interesse dei paesi ricchi. La maggiore trasmissibilità della variante B.1.617.2 rischia di far saltare il piano per la riapertura nel Regno Unito. Altre varianti continueranno a emergere finché ampie porzioni della popolazione mondiale resteranno non vaccinate. Ma questa è soprattutto una questione morale: se i paesi poveri saranno abbandonati a se stessi, secondo gli esperti milioni di persone potrebbero morire entro settembre.
È necessario aumentare immediatamente le donazioni di vaccini ai paesi in via di sviluppo, oltre che gli investimenti necessari a espandere la capacità produttiva. L’obiettivo vaccinale globale, oggi fissato al trenta per cento entro la fine dell’anno, dev’essere innalzato. Le lentissime trattative della Wto sulla sospensione dei brevetti vaccinali devono essere accelerate, per permettere la produzione locale. L’Fmi stima che cinquanta miliardi di dollari basterebbero ad accelerare in maniera significativa la fine della pandemia nei paesi in via di sviluppo. Se alcuni dei paesi più ricchi possono unirsi per salvare una moneta, possono farlo anche per proteggere delle vite umane. I leader del G7 devono cogliere l’occasione e fare il loro dovere nei confronti dei paesi più poveri. ◆ ff
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Questo articolo è uscito sul numero 1412 di Internazionale, a pagina 17. Compra questo numero | Abbonati