Quello che è successo il 22 aprile a Gerusalemme è una macchia per il governo, la polizia e la società d’Israele. Per varie ore centinaia di adolescenti rabbiosi si sono scatenati per il centro della città attaccando passanti e giornalisti e lanciando sassi e bottiglie contro gli agenti, gridando “Morte agli arabi” e altri slogan razzisti.
La manifestazione della ripugnante organizzazione razzista Lehava è avvenuta dopo una lunga opera d’incitamento da parte dei politici del partito Sionismo religioso, che enfatizzavano solo i gravi attacchi contro gli ebrei da parte di palestinesi nella città vecchia, e non le aggressioni agli arabi. Tutti gli altri politici, compreso il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della pubblica sicurezza Amir Ohana, non hanno ritenuto opportuno parlare di queste incitazioni e della violenza contro gli arabi.
La polizia da parte sua ha preso la decisione vergognosamente irresponsabile e inspiegabile di provocare la comunità palestinese della città chiudendo i gradini all’esterno della porta di Damasco all’inizio del mese sacro del Ramadan, cominciato il 12 aprile. È difficile esagerare quanto umiliante sia stata per i residenti palestinesi di Gerusalemme questa decisione, che si aggiunge alle umiliazioni che devono subire quotidianamente. Contrariamente all’approccio tollerante nei confronti dei manifestanti di Lehava, la polizia ha anche agito con un’aggressività fuori dal comune verso i palestinesi, colpendo anche passanti innocenti (dal 25 aprile la zona intorno alla porta di Damasco è di nuovo accessibile).
Anche i palestinesi hanno avuto un ruolo nella violenza scoppiata a Gerusalemme nelle ultime due settimane. Giovani palestinesi hanno compiuto una serie di attacchi vergognosi contro ebrei scelti a caso, e questi attacchi sono stati filmati, condivisi e amplificati sui social network. Ma la responsabilità per sviluppi simili è in parte d’Israele, che ha annesso Gerusalemme Est 54 anni fa e che da allora ha plasmato questa zona della città.
Senza diritti
Gli abitanti di Gerusalemme Est sono un’anomalia nel mondo: costituiscono il 40 per cento della popolazione della città ma non sono cittadini dello stato di cui Gerusalemme è la capitale, né di nessun altro stato. Non hanno il diritto di votare per un parlamento che abbia un’influenza sulle loro vite (Israele non ha ancora deciso se permettergli di partecipare alle elezioni legislative palestinesi fissate per il 22 maggio). Di conseguenza, dato che Israele fa tutto il possibile per soffocare la leadership palestinese in città, queste persone non hanno nessuno a cui rivolgersi.
◆ In un rapporto pubblicato il 27 aprile 2021 l’ong Human rights watch denuncia che Israele sta commettendo “crimini contro l’umanità di apartheid e persecuzione” nei confronti degli arabi nei Territori occupati e in Israele. Lo studio di 213 pagine mostra in dettaglio come Israele abbia sistematicamente discriminato la popolazione araba a vantaggio degli ebrei israeliani dal fiume Giordano fino al mar Mediterraneo ed elenca una serie di abusi commessi ai danni dei palestinesi: demolizione delle case, restrizione dei movimenti, occupazione militare, espropriazione delle terre, rifiuto dei diritti di residenza per centinaia di migliaia di persone.
Tuttavia dalla leadership palestinese, come da quella israeliana, ci si potrebbe aspettare una condanna degli attacchi contro persone innocenti. Come in passato, sembra che la violenza dei giorni scorsi si sia estesa a Gaza, con il lancio di razzi dalla Striscia verso il sud di Israele, a cui è seguita la rappresaglia israeliana, esasperando ulteriormente la frustrazione verso il modo inadeguato in cui governo e polizia gestiscono gli eventi a Gerusalemme.
Una guida politica responsabile avrebbe potuto evitare il crescente pericolo per gli ebrei in città creando un dialogo con i suoi abitanti palestinesi, coltivando una leadership locale e addestrando la polizia ad agire con tolleranza nelle interazioni con le persone e con determinazione imparziale contro la violenza e l’incitamento all’odio. ◆ fdl
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Questo articolo è uscito sul numero 1407 di Internazionale, a pagina 20. Compra questo numero | Abbonati