Il miele conserva tracce dei test nucleari realizzati dopo la seconda guerra mondiale nel sudovest degli Stati Uniti. Lo hanno scoperto i ricercatori del College of William & Mary di Williamsburg, in Virginia, analizzando 122 campioni di miele provenienti da varie località dell’est degli Stati Uniti. In 68 campioni hanno trovato livelli di cesio-137 superiori a 0,03 becquerel per chilogrammo. In un miele della Florida sono stati rilevati addirittura 19,1 becquerel per chilogrammo. Trasportate dal vento, le scorie radioattive hanno percorso migliaia di chilometri prima di depositarsi al suolo, in alcune zone più che in altre (questo spiega le disparità tra un miele e l’altro). “Il radiocesio tende a decadere nel tempo, quindi in passato le concentrazioni erano molto più alte”, spiegano i ricercatori su Nature Communications. I livelli attuali non sono comunque pericolosi per la salute.

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Questo articolo è uscito sul numero 1407 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati