Berlino, Germania (Wolfgang Kumm, picture alliance/Getty)

Il 15 aprile la corte costituzionale tedesca ha bocciato la legge sugli affitti introdotta dal land di Berlino nel 2020, scrive Die Tageszeitung. L’obiettivo della misura era frenare il rialzo dei prezzi immobiliari nella capitale tedesca congelando gli affitti di circa 1,5 milioni di abitazioni. Per i nuovi contratti di locazione, inoltre, la legge stabiliva dei tetti massimi che variavano in base all’anno di costruzione dell’edificio e alle sue condizioni. A novembre del 2020 era entrata in vigore una parte della legge che considerava illegali gli affitti che superavano del 20 per cento il limite massimo. In seguito a queste norme erano stati abbassati circa 340mila affitti. Ma nel frattempo, a maggio del 2020, 284 parlamentari dell’Unione cristianodemocratica (Cdu), dell’Unione cristianosociale (Csu) e del Partito liberale (Fdp) avevano presentato un ricorso alla corte costituzionale. Ora tutti gli inquilini che hanno ottenuto la riduzione dell’affitto dovrebbero restituire i soldi risparmiati ai proprietari. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1406 di Internazionale, a pagina 109. Compra questo numero | Abbonati