Per scoprire come funziona davvero l’universo, gli scienziati si sono basati per decenni sul modello standard della fisica delle particelle. Quando il bosone di Higgs è stato scoperto, quasi dieci anni fa, si pensava che fosse l’ultimo pezzo del puzzle a livello subatomico. Invece negli ultimi giorni è arrivata la notizia che potrebbero esistere nuove particelle o forze che non figurano nel modello standard. Secondo i ricercatori del Fermilab, negli Stati Uniti, la soluzione sarebbe nascosta nei muoni, un parente più pesante degli elettroni. Gli scienziati del Cern di Ginevra ritengono inoltre di aver rilevato qualcosa d’inatteso nelle interazioni tra muoni ed elettroni. A distinguere le due particelle potrebbe non essere solo la massa. Ci sono dei buchi nel modello standard, che non tiene conto della gravità e non spiega la materia oscura, la quale costituisce due terzi della realtà, né spiega perché quasi tutta l’antimateria creata durante il big bang sia scomparsa. E non dice molto sull’energia oscura a cui attribuiamo l’accelerazione dell’espansione dell’universo. Qualunque sia la cosa che manca nel modello standard potrebbe spiegare questi fenomeni. L’umiltà impone di accettare che esistono enigmi che oggi nessuno può risolvere. Ma restando curiosi e costruendo su ciò che sappiamo possiamo ottenere nuove risposte. Mentre la teoria della relatività generale di Albert Einstein guardava all’infinitamente grande, il modello standard si concentra su una scala piccolissima, dove è difficile fare misure precise: le discrepanze potrebbero essere aberrazioni statistiche. Gli scienziati non possono ancora dire di aver fatto una scoperta. Ma la cosa emozionante è che i dati sperimentali sembrano essere più avanti della teoria. ◆ ff

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Questo articolo è uscito sul numero 1405 di Internazionale, a pagina 15. Compra questo numero | Abbonati