◆ Negli ultimi sei mesi 12,6 milioni di persone nel mondo hanno lasciato le loro case per trasferirsi in un’altra area del loro paese, scrive ReliefWeb. “L’80 per cento degli sfollati interni è stato colpito da disastri naturali, per lo più legati a fattori climatici o meteorologici”, dice Helen Brunt della Federazione internazionale delle società di Croce rossa e Mezzaluna rossa (Ifrc). Il 60 per cento degli sfollati interni vive nella regione Asia-Pacifico. L’Ifrc ha pubblicato un rapporto sulla situazione in alcuni paesi della regione, tra cui Afghanistan, Bangladesh, Fiji, Filippine, Indonesia, Mongolia e Nepal. Secondo il rapporto, i cambiamenti graduali legati alla crisi climatica, come l’aumento del livello del mare e quello delle temperature, incidono sulla vita degli abitanti. Ma, a differenza degli eventi improvvisi, è difficile capire quante persone sono costrette a lasciare le loro case.

Nell’aprile del 2018 l’Afgha­nistan è stato colpito da una grave siccità, che ha spinto 371mila persone a trasferirsi in accampamenti improvvisati all’interno del paese. Nel marzo del 2019 le piogge torrenziali hanno causato gravi alluvioni, con lo spostamento forzato di altre 42mila persone. Nelle Filippine la principale catastrofe è stata il passaggio del tifone Haiyan, nel novembre del 2013. In seguito il governo ha identificato 205mila famiglie da trasferire in un’area più sicura, ma le operazioni sono state ostacolate dalla mancanza di documenti catastali e di spazi adeguati per gli sfollati.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1403 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati