Il parlamento della Georgia, controllato dal Partito repubblicano, ha approvato una legge elettorale che potrebbe limitare l’accesso al voto, colpendo soprattutto le persone a basso reddito e le minoranze. “Il provvedimento, tra le altre cose, rende più difficile votare per posta”, spiega The Nation. “Se oggi è sufficiente una firma per l’identificazione, in futuro bisognerà presentare una serie di documenti. E questo potrebbe scoraggiare le persone con un reddito basso, che spesso non li hanno. La legge inoltre limita l’uso delle cassette postali dove chi vuole votare per corrispondenza può lasciare la sua scheda”. Infine vieta di dare da mangiare e da bere alle persone in fila ai seggi, che spesso nei quartieri più poveri devono aspettare ore per votare. Secondo i repubblicani le nuove regole servono a prevenire brogli, in realtà non ci sono prove che il sistema attuale faciliti le frodi elettorali. “Provvedimenti di questo tipo sono in discussione anche in Arizona, e non è un caso. Georgia e Arizona sono due stati storicamente conservatori che alle elezioni presidenziali del 2020 sono passate ai democratici con un margine molto ridotto: sedicimila voti nel primo, undicimila nel secondo. E sono anche i due stati dove i politici repubblicani sono rimasti più fedeli all’ex presidente Donald Trump, che ha continuato per mesi a denunciare brogli, anche quando i riconteggi non hanno dimostrato irregolarità”. Secondo Th e Atlantic, la strategia dei repubblicani potrebbe essere controproducente, perché alla fine rischia di colpire anche i loro elettori: “Se analizziamo la storia del voto per posta ci accorgiamo che tradizionalmente è stato usato soprattutto dalle persone più anziane e ricche, e dai bianchi più che dalle minoranze, cioè dalle categorie che tendono a votare per i repubblicani”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1403 di Internazionale, a pagina 33. Compra questo numero | Abbonati