Pechino, 30 marzo 2021 (Kevin Frayer, Getty)

“L’epoca del bullismo contro i cinesi è finita, la Cina non è più quella del 1840, quando fu costretta a subire l’egemonia occidentale firmando i cosiddetti trattati ineguali”: dopo aver risposto alle sanzioni coordinate di Stati Uniti, Canada, Unione europea e Regno Unito per la repressione degli uiguri nello Xinjiang con altrettante sanzioni dirette a deputati, accademici e centri studi di quei paesi, Pechino passa al contrattacco. Il portavoce del governo dello Xinjiang il 29 marzo ha avvertito le aziende straniere come H&M, che mesi fa hanno deciso di non usare più il cotone della regione autonoma perché raccolto con il lavoro forzato, che le loro scelte rischiano di ritorcerglisi contro e le ha invitate a “non politicizzare le loro scelte commerciali”. Le stesse aziende sono oggetto di una campagna di boicottaggio lanciata la settimana scorsa. I loro prodotti sono stati rimossi dai siti di commercio online cinesi. Non è la prima volta che succede, ma questa crisi non sembra passeggera e le aziende potrebbero rimetterci seriamente. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1403 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati