Il 22 marzo Ahmad Al Aliwi Alissa, un uomo di 21 anni, ha aperto il fuoco in un supermercato di Boulder, in Colorado, uccidendo dieci persone. È la seconda strage nel giro di pochi giorni negli Stati Uniti: il 16 marzo otto persone, tra cui sei donne di origine asiatica, erano state uccise da un uomo che aveva sparato in due centri massaggi di Atlanta, in Georgia. Secondo le prime ricostruzioni della strage in Colorado, Ahmad Al Aliwi Alissa avrebbe usato un fucile d’assalto. Nel 2018, dopo la strage di Parkland, in Florida, il comune di Boulder aveva approvato un provvedimento per vietare questo tipo di armi in città, ma all’inizio di marzo del 2021 un giudice l’ha sospeso, sostenendo che le città non possono limitare il possesso di armi ammesse dalle leggi statali o federali. Il presidente Joe Biden ha chiesto al congresso di approvare subito una legge per impedire la vendita di armi semiautomatiche e rafforzare i controlli sui compratori. Ma per riuscirci servirebbe il sostegno dei repubblicani al congresso, che continuano a opporsi a qualsiasi misura per limitare la circolazione delle armi. “Intanto in molte città del paese ci sono state veglie e manifestazioni a sostegno della comunità asiatica”, racconta Npr. Al momento non ci sono prove per dimostrare che Robert Aaron Long, l’uomo che ha sparato ad Atlanta, fosse mosso dall’odio nei confronti degli asiatici. Sulla base degli elementi emersi finora, Long potrebbe aver agito spinto dal fanatismo religioso e dalla volontà di eliminare le sue tentazioni sessuali (frequentava i due centri massaggi in cui ha aperto il fuoco). Ma per moltissimi statunitensi di origine asiatica e immigrati di tutto il paese la strage di Atlanta è solo l’ennesimo attacco alla loro comunità. Secondo le associazioni che registrano i reati d’odio, da quando è cominciata la pandemia di covid-19 gli attacchi contro le persone di origine asiatica sono aumentati. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1402 di Internazionale, a pagina 29. Compra questo numero | Abbonati