Il vaccino russo Sputnik V, che non è ancora stato approvato dall’Agenzia europea per i medicinali, sarà prodotto in Lombardia a partire da luglio. “Finora l’Europa aveva cercato di fare fronte comune nella strategia per l’acquisto e l’approvazione dei vaccini. Il 9 marzo l’annuncio dalla camera di commercio italorussa che il gruppo italosvizzero Adienne produrrà in uno dei suoi stabilimenti vicino a Monza lo Sputnik V (entro la fine dell’anno sono previste dieci milioni di dosi) ha avuto l’effetto di una doccia fredda a Bruxelles”, scrive Eric Jozsef sul quotidiano Libération. Il vaccino sarà prodotto anche in altri paesi europei perché la Russia non ha fabbriche sufficienti per produrre le dosi necessarie. “Il governo Draghi”, scrive Libéra­tion, “ha dichiarato di non essere stato informato dell’operazione e si è detto sorpreso. Attraverso il ministero dello sviluppo economico ha fatto sapere che si tratta di un accordo tra privati e che il piano vaccinale italiano è rimasto quello stabilito con Bruxelles”, che per ora non prevede il vaccino russo. In Italia l’arrivo dello Sputnik V mette in agitazione parte della classe politica e della stampa italiana, che vedono in questa operazione l’ombra della Lega di Matteo Salvini, che ora fa parte del governo. Il partito di estrema destra, però, ha affermato di non avere alcun ruolo nell’accordo.

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Questo articolo è uscito sul numero 1401 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero | Abbonati