Nel giorno del suo quindicesimo compleanno, Atile’i è spedito in mare come sacrificio umano, in linea con l’usanza di Wayo Wayo, un’isola galleggiante come “una piccola conchiglia vuota in una vasca d’acqua”. Nel frattempo a Taiwan la professoressa di letteratura Alice Shih decide di suicidarsi dopo aver perso il compagno e il figlio. Ma qualcosa anticipa entrambe le morti. Un gigantesco accumulo di spazzatura galleggiante nell’oceano Pacifico si schianta nella città marittima dove vive Alice e fa incontrare i due personaggi. Il nuovo romanzo del taiwanese Wu Ming-Yi esplora grandi questioni ecologiche – l’inquinamento degli oceani, la caccia alle foche, l’estrazione mineraria, la conservazione delle foreste – ma appesantisce una narrazione altrimenti brillante con metafore troppo elaborate. Un’onda enorme è “come l’aereo di un falegname gigantesco” mentre l’orecchio di un personaggio è “un animale timido che si nasconde in un boschetto”. Tuttavia, la rappresentazione del regno magico di Atile’i, la sua innocente meraviglia di fronte a questo mondo sconosciuto e oscuro, sono fantasiose e commoventi. Trisha Andres, Financial Times
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Questo articolo è uscito sul numero 1401 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati