Chibundu Onuzo (Gary Doak, eyevine/Contrasto)

Il romanzo su Lagos è ormai un genere a sé stante. È quasi un rito di passaggio per gli autori nigeriani, perché Lagos è un microcosmo della Nigeria, e non si può capire il paese senza capire la capitale. Con il suo nuovo libro, Chibundu Onuzo sembra voler ridefinire il genere. Il classico romanzo africano ha sempre idealizzato il villaggio, per lo più considerandolo depositario dell’ordine e della tradizione, mentre la città era dipinta come la sua antitesi: caotica e corrotta, se non addirittura malvagia. Il titolo di Onuzo è una battuta che fa riferimento al fatto che, a differenza della maggior parte delle città, Lagos non ha un’insegna che dà il benvenuto. Ogni giorno circa duemila persone arrivano dalla campagna per realizzare i loro sogni, proprio come i cinque protagonisti del libro. Chike Ameobi è un ufficiale militare in viaggio con Yemi, il suo subalterno, entrambi disertori perché non tolleravano l’uccisione di civili nel delta del Niger da parte del loro comandante. Lungo la strada incontrano Fineboy, combattente di uno dei moltissimi gruppi ribelli, che insegue il suo sogno di diventare un dj radiofonico a Lagos. Incontrano anche Isoken, ragazza di 16 anni che salvano dallo stupro di Fineboy e dei ribelli. E per ultima c’è la bella Oma, in fuga da un marito ricco ma violento. I cinque decidono di restare uniti e si trasferiscono in un edificio abbandonato che, a quanto pare, non è tanto abbandonato. Il proprietario, il ministro dell’istruzione Chief Sandayo, una notte si presenta alla porta per sfuggire alla polizia, portando una borsa con dieci milioni di dollari in contanti. I cinque decidono di impossessarsi del bottino e di imprigionare il ministro. Con trame degne di Nollywood e svolte brillanti, il libro dipinge un’immagine divertente della vita di Lagos e della politica nigeriana. Le cose prendono una piega moralistica quando il gruppo decide di usare i soldi per costruire scuole e migliorare la vita delle masse povere, vittime di politici come Sandayo. Onuzo ha una visione troppo ottimista, della politica, della società e della natura umana; ma la sua capacità di dare vita ai personaggi – inclusa la città di Lagos, forse il personaggio meglio riuscito – è notevole.

Helon Habila, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1401 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati