L’Ungheria e la Polonia hanno fatto ricorso alla Corte di giustizia dell’Unione europea (Cgue) contro il meccanismo che condiziona l’erogazione dei fondi comunitari al rispetto dello stato di diritto. La nuova regola, formalmente in vigore dal 1 gennaio 2021, era stata inserita nel bilancio pluriennale europeo 2021-2027. Ma dopo un lungo braccio di ferro con Budapest e Varsavia, che alla fine del 2020 avevano minacciato di far saltare l’accordo sul budget, la Commissione aveva deciso di posticipare la loro piena applicazione, lasciando ai paesi membri la possibilità di impugnare la clausola. Come ricorda Politico, il meccanismo è considerato uno strumento per evitare che Bruxelles finanzi i regimi illiberali che calpestano i valori fondanti dell’Unione, violazioni di cui negli ultimi tempi sono stati spesso accusati i governi sovranisti di Polonia e Ungheria.
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Questo articolo è uscito sul numero 1401 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati