Il 10 marzo il dibattito sulla legalizzazione delle droghe ha fatto un nuovo importante passo avanti con l’approvazione alla camera dei deputati del Messico di un progetto di legge che depenalizza il consumo ricreativo di marijuana. Il testo ora passa al senato, dove sarà sicuramente approvato. I cittadini potranno consumare e portare con sé la sostanza, oltre a coltivare a domicilio fino a otto piante di marijuana, mentre i produttori potranno coltivarla e venderla. La legge collocherà il Messico accanto al Canada e all’Uruguay nella ristretta cerchia di paesi della regione che hanno legalizzato la cannabis. Negli Stati Uniti il consumo per uso personale è ammesso in 15 stati.
La sola repressione, o la guerra alle droghe, si è rivelata costosa e inefficace. Il proibizionismo ha dato i risultati più disastrosi proprio in Messico, dove la violenza legata al narcotraffico ha provocato più di 150mila morti negli ultimi quindici anni.
Secondo gli esperti, però, sotto questo aspetto la nuova legge avrà conseguenze limitate, perché la progressiva legalizzazione della marijuana negli Stati Uniti ha spostato l’interesse dei cartelli messicani verso le droghe sintetiche. Nello stesso tempo il Messico, con i suoi 127 milioni di abitanti, diventerà il terzo mercato di cannabis del mondo (senza considerare il mercato statunitense, molto più ricco e più popoloso, ma nel quale le norme variano da stato a stato).
L’esperienza messicana, considerate le dimensioni e le caratteristiche del paese, sarà uno spartiacque mondiale per la depenalizzazione della cannabis e di altre sostanze. ◆ ar
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Questo articolo è uscito sul numero 1401 di Internazionale, a pagina 17. Compra questo numero | Abbonati