Almeno otto persone sono morte in un incendio scoppiato il 7 marzo in un centro di detenzione per migranti a Sanaa. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) teme però che le vittime siano una trentina. Secondo le stime, diverse migliaia di migranti sono bloccate nello Yemen. E il 3 marzo, ricorda Al Jazeera, almeno venti persone erano morte dopo che i trafficanti le avevano gettate in mare durante una traversata da Gibuti, in Africa orientale, allo Yemen. Secondo l’Oim è il terzo incidente del genere in meno di sei mesi. Le cause dell’incendio nella struttura di Sanaa, che ospitava centinaia di persone provenienti soprattutto dall’Etiopia, sono ancora sconosciute. Ma un raid condotto dalla coalizione guidata da Riyadh contro i ribelli sciiti huthi, che controllano la capitale, aveva danneggiato un edificio vicino. Il 7 marzo la coalizione ha annunciato di aver lanciato un’operazione contro i ribelli a Sanaa. Lo stesso giorno le forze saudite hanno sventato due attacchi huthi in Arabia Saudita.
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Questo articolo è uscito sul numero 1400 di Internazionale, a pagina 21. Compra questo numero | Abbonati