Il quinto album dei canadesi Weather Station è il tipo di disco la cui vittoria merita di essere accompagnata dalle fanfare: la leader del gruppo, Tamara Lindeman, musicista di formazione folk che vive a Toronto, prende un vecchio concetto, quello del disco pop sulla fine di una storia d’amore a base di pianoforte e archi, e lo trasforma in un grido di battaglia per i nostri tempi incerti. Prende i ritmi degli anni ottanta fondendoli con il jazz. Nel brano Subdivisions la cantante si mette in macchina in mezzo alla neve, come fosse Bruce Springsteen. In Atlantic resta senza parole di fronte al tramonto, mentre in Tried to tell you osserva da vicino il dolore altrui. Stavolta i Weather Station aggiungono agli strumenti acustici sintetizzatori e percussioni. Vengono subito in mente i Talk Talk, così come l’eterna influenza di un’altra canadese, Joni Mitchell. Il brano d’apertura, Robber, critica l’economia basata sull’appropriazione. L’altro tema preponderante è la devastazione del mondo naturale. Ignorance è un atto d’amore a un partner, ma anche al mondo che stiamo perdendo.

Kitty Empire, The Observer

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Questo articolo è uscito sul numero 1396 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati