Dopo cinque anni di crescita e le strane dinamiche dovute alla pandemia, le cifre di affari dei beni di consumo culturale (libri, dischi, film e videogiochi, acquistati nei negozi o, smaterializzati, via internet) segnano un incremento del 4 per cento nel 2020. Il mercato del libro ha fatto registrare una flessione contenuta del 2,7 per cento rispetto al 2019. Il che si traduce in 3,9 miliardi di euro e 342 milioni di libri venduti (meno 3,4 per cento rispetto al 2019). Nel complesso sono usciti meno libri, però hanno venduto meglio. Le misure di confinamento hanno avuto i loro effetti sul boom degli audiolibri, che rimangono tuttavia una nicchia, e sul digitale, che si è conquistato un suo pubblico (più giovane e in prevalenza di sesso maschile). L’eccezionale dicembre delle librerie francesi ha quasi interamente annullato l’immobilità obbligata. La pandemia ha poi inciso sul genere di letture: libri legati al benessere, saggi sul mondo contemporaneo e opere d’intrattenimento puro sono stati di gran lunga i più acquistati. Le Monde
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Questo articolo è uscito sul numero 1396 di Internazionale, a pagina 76. Compra questo numero | Abbonati