Per festeggiare la sua ventesima edizione il festival Fotografia europea di Reggio Emilia si appoggia a un gioco di parole, e come tema ricorrente di tutte le mostre ha scelto di riflettere sull’avere vent’anni oggi. È un momento di passaggio, in cui dall’adolescenza cominciamo a essere proiettati verso l’età adulta: una transizione piena di linee d’ombra e incertezze. Considerando queste sfumature, i tre curatori - Tim Clark, Walter Guadagnini e Luce Lebart - hanno selezionato dei lavori che raccontano le sfide e le contraddizioni delle nuove generazioni.
I Chiostri di San Pietro ospiteranno la maggior parte degli allestimenti. Tra questi, ci sarà Mal de mer di Claudio Majorana, che tra il 2022 e il 2023 è stato in Lituania per ritrarre le ragazze e i ragazzi che vivono nel paese post-sovietico, con uno dei più alti tassi di suicidio in Europa. Tra architetture brutaliste, campi estivi, foreste, cimiteri e periferie, il fotografo siciliano si sofferma su sguardi pensierosi, che rivelano fragilità e paure di chi è alla ricerca di nuove consapevolezze.
In Raves and riots constellation Vinca Petersen raccoglie le foto realizzate all’interno della cultura rave britannica tra il 1990 e il 2004, partendo dalla sua esperienza personale prima che artistica. La fotografa è riuscita negli anni a documentare un movimento da sempre diffidente di sguardi esterni perché ne era parte, e insieme ai soggetti e alle situazioni che ha immortalato ha vissuto l’euforia, il senso di libertà e le lotte per sfidare i divieti delle autorità. Anche la fotografa giapponese Kido Mafon si concentra sugli spiriti ribelli che animano le notti di Tokyo. Dal tramonto, va in giro con una fotocamera analogica e si lascia trascinare dalle serate frenetiche che si consumano tra club, concerti e nelle strade.
Il Giappone sarà anche al centro della tradizionale retrospettiva, quest’anno dedicata a Daidō Moriyama. Al piano terra dei Chiostri sarà esposta una grande mostra per ripercorrere i sessant’anni lungo i quali il fotografo ha raccontato il suo paese a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, catturandone i cambiamenti sociali con un approccio avanguardistico.
Oltre alle dieci mostre visitabili ai Chiostri, il festival prenderà vita anche in altri luoghi di Reggio Emilia, come Palazzo da Mosto, dove saranno esposti i progetti vincitori della open call, Silent spring di Michele Borzoni e Rocco Rorandelli e Octopus’s diary di Matylda Niżegorodcew. Dalle giornate inaugurali (dal 24 al 27 aprile) fino alla conclusione (l’8 giugno) si susseguiranno incontri, presentazioni di libri, workshop, letture portfolio e spettacoli.
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