In tutta Europa ci sono leggi che stabiliscono la maggiore età digitale, cioè l’età in cui ragazze e ragazzi possono registrarsi sui social media senza il permesso dei genitori. Varia fra i 13 e i 16 anni, a seconda dei paesi. In Italia il limite è fissato a 14 anni. Di fatto, però, spesso l’età in cui si apre il primo account è molto più bassa, con gravi preoccupazioni degli esperti per le ricadute sulla salute mentale degli adolescenti. Per questo si discute dell’utilità di un eventuale divieto per i minori di 15 o 16 anni, sull’esempio di una legge approvata in Australia.

Il notiziario video Europa Settegiorni, che racconta la vita delle società del continente, si chiede se una limitazione di questo tipo sia tecnicamente possibile ed efficace, con interviste a esperti e reportage. E spiega che l’Unione europea sta discutendo se introdurre una maggiore età digitale comune a tutti i suoi paesi.

Questo notiziario settimanale è prodotto dalla piattaforma europea Arte ed è disponibile in dieci lingue grazie a un progetto di collaborazione tra vari giornali europei: Balkan Insight (Birn), El País (Spagna), Gazeta Wyborcza (Polonia), Internazionale (Italia), Ir (Lettonia), Kathimerini (Grecia), Le Soir (Belgio), Sinopsis (Birn Romania). Il progetto, coordinato da Arte, è finanziato dall’Unione europea in seguito all’invito della Direzione generale delle reti di comunicazione, dei contenuti e delle tecnologie (Cnet) di creare piattaforme multimediali europee.

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