La Polonia è uno dei paesi europei in cui la legge sull’interruzione di gravidanza è più restrittiva: è permessa solo quando la salute o la vita della madre è a rischio, o se la gravidanza deriva da uno stupro o da un incesto. Abortire o possedere pillole abortive non è un reato, ma chi aiuta a praticare l’interruzione di gravidanza per motivi diversi da quelli previsti dalla legge rischia fino a tre anni di carcere.
In vista delle elezioni presidenziali del 18 maggio e del 1 giugno, il tema è tornato nel dibattito politico. Mentre i detrattori manifestano contro ogni iniziativa a favore dell’aborto, molti cittadini ne attendono la piena legalizzazione, sperando che il prossimo presidente possa cambiare le cose.
Il video di Arte.
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Questo video è prodotto dalla piattaforma europea Arte ed è disponibile in dieci lingue grazie a un progetto di collaborazione tra vari giornali europei: Balkan Insight (Birn), El País (Spagna), Gazeta Wyborcza (Polonia), Internazionale (Italia), Ir (Lettonia), Kathimerini (Grecia), Le Soir (Belgio), Sinopsis (Birn Romania). Il progetto, coordinato da Arte, è finanziato dall’Unione europea in seguito all’invito della Direzione generale delle reti di comunicazione, dei contenuti e delle tecnologie (Cnet) di creare piattaforme multimediali europee.
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