La prossima conferenza delle Nazioni Unite sul clima (Cop31) si terrà ad Antalya, in Turchia, in base a un accordo di massima raggiunto il 19 novembre con l’Australia dopo un lungo braccio di ferro.
Durante una riunione a Belém, in Brasile, dove si sta svolgendo la Cop30, la delegazione australiana ha accettato che la prossima conferenza si svolga in Turchia.
In cambio avrebbe però ottenuto la presidenza dei negoziati in vista della Cop31, una ripartizione dei compiti davvero insolita.
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Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha salutato “una grande vittoria sia per l’Australia sia per la Turchia”.
Il ministro australiano per il cambiamento climatico e l’energia, Chris Bowen, ha sottolineato che “entrambi i paesi hanno fatto concessioni importanti”.
Nel novembre 2026 decine di migliaia di persone raggiungeranno quindi Antalya, una nota località balneare della costa mediterranea turca, per partecipare alla Cop31.
Ma la tradizionale conferenza preparatoria si svolgerà nella regione del Pacifico, le cui isole sono minacciate dall’aumento del livello del mare e da altri eventi estremi legati alla crisi climatica.
La Papua Nuova Guinea ha criticato l’accordo raggiunto dal governo australiano. “Siamo tutti scontenti, noi e gli stati insulari del Pacifico”, ha dichiarato all’Afp il ministro degli esteri Justin Tkatchenko.
Questa settimana è prevista una nuova riunione a Belém per ufficializzare l’intesa.
La Turchia ha ratificato l’accordo di Parigi sul clima solo alla fine del 2021 ed è in ritardo sui suoi obiettivi climatici, secondo gli esperti.
Si è impegnata ad azzerare le emissioni nette di gas serra entro il 2053, tre anni dopo l’Unione europea, ma secondo il gruppo Climate action tracker i suoi progressi sono “gravemente insufficienti”.
Le conferenze delle Nazioni Unite sul clima sono organizzate a turno da cinque blocchi regionali che scelgono al loro interno il paese ospitante.
Nel 2026 l’organizzazione spettava al gruppo “Europa occidentale e altri stati”, che comprende Turchia, Australia, Nuova Zelanda, Canada e Stati Uniti.
Se né Turchia né Australia avessero ceduto, o se non avessero trovato un accordo di compromesso, la Cop31 si sarebbe svolta in Germania perché il segretariato della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico ha sede a Bonn.