“Se non saranno presenti, peggio per loro”, ha affermato il 12 novembre il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa in risposta a una domanda sul boicottaggio da parte degli Stati Uniti del vertice del G20 che si terrà a Johannesburg, in Sudafrica, il 22 e il 23 novembre. Sarà il primo vertice del G20 organizzato nel continente africano.
La settimana scorsa il presidente statunitense Donald Trump aveva annunciato che non avrebbe inviato alcun rappresentante della sua amministrazione all’appuntamento annuale delle principali economie mondiali, accusando ancora una volta Pretoria, senza fornire prove, di perseguitare gli agricoltori bianchi.
“Il G20 si svolgerà come previsto anche senza gli Stati Uniti. Molti altri capi di stato e di governo saranno presenti, e insieme prenderemo decisioni importanti. Se gli Stati Uniti non ci saranno, peggio per loro”, ha dichiarato Ramaphosa.
Il Sudafrica è uno dei bersagli preferiti di Trump sulla scena internazionale dal suo ritorno alla Casa Bianca.
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“Se ho imparato qualcosa dalla mia esperienza in politica, è che i boicottaggi non funzionano, anzi, producono l’effetto opposto”, ha aggiunto il presidente sudafricano, che nel 2026 cederà la presidenza di turno del G20 proprio agli Stati Uniti.
Il vertice di quest’anno, il cui tema centrale è “solidarietà, uguaglianza e sostenibilità”, si concentrerà principalmente sulla riduzione del debito dei paesi poveri, sui finanziamenti per l’adattamento ai cambiamenti climatici e sulla crescita inclusiva. Il segretario di stato statunitense Marco Rubio ha definito questi temi “antiamericani”.
La crociata dell’amministrazione Trump contro Pretoria comprende anche l’accoglienza negli Stati Uniti degli afrikaner, i discendenti dei coloni olandesi che s’insediarono in Sudafrica nel seicento, che Washington considera perseguitati in patria. Gli afrikaner sono la minoranza bianca da cui provenivano i leader del regime segregazionista dell’apartheid.
La minoranza bianca rappresenta poco più del 7 per cento della popolazione sudafricana, ma nel 2017 possedeva il 72 per cento dei terreni agricoli, secondo i dati del governo.
Pretoria è anche nel mirino dell’amministrazione Trump per aver presentato alla Corte internazionale di giustizia (Cig) una denuncia per genocidio contro Israele, legata alla guerra nella Striscia di Gaza.
La prima economia del continente africano è anche sottoposta ai dazi statunitensi più alti dell’Africa subsahariana (30 per cento).
Intanto il 12 novembre anche il presidente argentino Javier Milei, uno stretto alleato di Trump, ha annunciato che non parteciperà al vertice del G20 a Johannesburg. La delegazione argentina sarà guidata dal ministro degli esteri Pablo Quirno.