Il 13 ottobre Hamas ha consegnato alla Croce rossa sette dei venti ostaggi ancora vivi a Gaza, poche ore prima dell’inizio di un vertice di pace in Egitto a cui parteciperà anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
“Bentornati a casa”, ha scritto il ministero degli esteri in una serie di messaggi su X, con i ritratti dei sette ostaggi: Matan Angrest, Gali e Ziv Berman, Guy Gilboa-Dalal, Omri Miran, Eitan Mor e Alon Ohel.
L’esercito israeliano ha indicato che i sette ostaggi consegnati da Hamas alla croce rossa sono sono stati messi nelle mani dell’esercito israeliano e stanno per essere trasferiti in territorio israeliano.
La folla che si è radunata nella piazza degli ostaggi a Tel Aviv ha esultato. L’esercito israeliano ha annunciato questi primi rilasci poco dopo che il braccio armato del movimento islamista palestinese aveva confermato di essere pronto a rilasciare vivi gli ostaggi e ha pubblicato una lista di venti nomi.
Contemporaneamente dei veicoli della Croce rossa si sono diretti verso un luogo concordato nella Striscia di Gaza settentrionale per recuperare gli ostaggi. Altri, secondo le immagini dell’Afp, si stanno dirigendo verso un punto di incontro a Khan Younis, nella zona meridionale della Striscia.
Nella piazza degli ostaggi, decine di persone si sono radunate durante la notte attorno a uno schermo che mostra i ritratti degli ostaggi, per seguire in diretta i primi rilasci. Alcuni hanno espressioni serie, altri sorridono e molti si abbracciano.
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Le emozioni sono palpabili mentre la canzone “Habayta” (”casa” in ebraico) risuona dagli altoparlanti.
Il primo passo del piano presentato dal presidente americano Donald Trump per un cessate il fuoco dopo due anni di guerra prevede il ritorno in Israele dei 48 ostaggi, vivi o morti, e deve essere accompagnato dal rilascio da parte di Israele di 250 detenuti palestinesi, tra cui molti condannati per attacchi antiisraeliani, e di 1.700 palestinesi arrestati a Gaza dall’ottobre 2023.
Nel quarto giorno del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, il ritorno degli ostaggi segnerà un “evento storico” che unisce “tristezza” e “gioia”, ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Secondo il suo portavoce, un‘“organizzazione internazionale” aiuterà a localizzare i resti degli ostaggi morti che non saranno rilasciati il 13 ottobre.