La celebre primatologa britannica Jane Goodall, ambasciatrice degli scimpanzé e attivista per l’ambiente, è morta negli Stati Uniti a 91 anni, ha annunciato il 1 ottobre il suo istituto in un comunicato sui social network.

Goodall “è morta serenamente nel sonno” a Los Angeles, dove si trovava per una serie di conferenze negli Stati Uniti, ha precisato l’istituto Jane Goodall.

L’instancabile scienziata, che ha dedicato la vita allo studio delle grandi scimmie e alla difesa dell’ambiente, continuava a viaggiare per il mondo, accompagnata da una scimmia di peluche, per sensibilizzare le persone sulla perdita della biodiversità ed esortarle ad agire contro il cambiamento climatico.

“Possiamo fare la differenza ogni giorno”, aveva dichiarato all’Afp nel 2024. “Tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere”.

“Goodall lascia un’eredità straordinaria per l’umanità e il nostro pianeta”, ha commentato sul social network X il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, dicendosi “profondamente rattristato”.

“Ha saputo condividere con tutti, in particolare con i più giovani, i frutti delle sue ricerche, cambiando il nostro modo di considerare le grandi scimmie”, ha dichiarato Audrey Azoulay, direttrice generale dell’Unesco.

“È riuscita più di chiunque altro a farci comprendere la ricchezza della vita animale”, ha sottolineato su Instagram l’attrice statunitense Jane Fonda, nota ambientalista.

Goodall aveva raggiunto la fama mondiale grazie ai suoi studi sugli scimpanzé, tra i parenti più stretti degli esseri umani, cominciati negli anni sessanta nella riserva di Gombe, in Tanzania.

Tra le altre cose aveva scoperto che anche gli scimpanzé usano strumenti, per esempio ramoscelli per catturare le termiti, una capacità che all’epoca era considerata esclusiva degli esseri umani. Aveva anche documentato i loro comportamenti, dal ricorso alla violenza al lutto dopo la morte di uno di loro.

Le sue scoperte hanno rivoluzionato la comprensione dei comportamenti animali e ridefinito i rapporti tra gli esseri umani e le altre specie.

Autodidatta, Goodall aveva imposto il suo stile in un settore dominato dagli uomini, aprendo la strada ad altre donne.

Negli anni settanta aveva cominciato a dedicarsi all’ambientalismo e nel 1977 aveva creato il suo istituto per gestire centri d’accoglienza in Africa per scimpanzé vittime di bracconaggio e avviare programmi per migliorare le condizioni di vita dei primati in cattività e sensibilizzare i giovani.