Il 1 ottobre in Grecia è in corso uno sciopero generale di ventiquattr’ore contro un progetto di legge promosso dal governo conservatore che prevede la possibilità di giornate lavorative di 13 ore.
Migliaia di persone hanno partecipato alle manifestazioni ad Atene e Salonicco, denunciando un testo “degno del medioevo”, come hanno gridato alcuni sindacalisti nella capitale.
I trasporti, in particolare taxi, treni e traghetti, sono rimasti fermi, come anche metropolitane e autobus in alcune ore del giorno.
Anche insegnanti, medici e impiegati pubblici hanno incrociato le braccia su invito della Confederazione dei lavoratori greci (Gsee) e della Confederazione dei lavoratori pubblici (Adedy).
“Davvero il governo pensa che sia una buona idea autorizzare giornate lavorative di 13 ore, mettendo a rischio la salute fisica e mentale dei lavoratori?”, ha dichiarato all’Afp Violetta Galanopoulou, un’insegnante di 42 anni che ha partecipato alla manifestazione ad Atene.
Promosso dalla ministra del lavoro e della previdenza sociale Nikī Kerameōs, il progetto di legge, che non è ancora stato presentato in parlamento, prevede che, a determinate condizioni e dietro compenso maggiorato, un dipendente possa lavorare 13 ore al giorno per un unico datore di lavoro.
In un paese in cui l’economia si è ripresa dalla crisi finanziaria ma rimane fragile, questa possibilità esiste già, ma solo in caso di due o più datori di lavoro.
In Grecia l’orario di lavoro è attualmente di otto ore al giorno, con la possibilità di effettuare fino a tre ore di straordinario.
La Gsee ha denunciato “il rischio di peggiorare una situazione già molto difficile”.
Secondo il sindacato, infatti, molti dipendenti non avranno la possibilità di rifiutarsi di lavorare 13 ore “a causa dello squilibrio di potere con il datore di lavoro, aggravato dalla precarietà del mercato del lavoro”.
I sindacati sostengono inoltre che sarebbe negato il diritto a un riposo obbligatorio di undici ore al giorno, considerando il tempo che si perde per raggiungere i luoghi di lavoro.
All’inizio di settembre il primo ministro Kyriakos Mītsotakīs, in carica dal 2019, aveva affermato che molti giovani vorrebbero lavorare di più per guadagnare di più.
“Garantiremo la libertà di scelta dei datori di lavoro e dei dipendenti. Cosa c’è di antisociale?”, aveva aggiunto.
Kerameōs ha invece sottolineato il carattere “eccezionale” della giornata lavorativa di 13 ore. “Vi si potrebbe ricorrere per un massimo di 37 giorni all’anno, ed esclusivamente con il consenso del dipendente e retribuzione maggiorata del 40 per cento”, ha dichiarato all’emitemte tv Mega.
Nonostante una crescita sostenuta (+2,3 per cento nel 2024), i salari bassi rimangono il tallone d’Achille dell’economia greca e una delle principali preoccupazioni dei cittadini, insieme all’inflazione.
Secondo Eurostat, l’orario di lavoro settimanale dei greci, pari a 39,8 ore, è già superiore alla media dei ventisette paesi membri dell’Unione europea (35,8 ore).