Il 25 settembre l’ex presidente Nicolas Sarkozy è stato condannato a cinque anni di prigione per associazione a delinquere, ma assolto dall’accusa di corruzione passiva, nel caso dei sospetti finanziamenti dell’ex leader libico Muammar Gheddafi alla sua campagna elettorale per le presidenziali del 2007.

Anche in caso di ricorso in appello, l’ex presidente (2007-2012), 70 anni, sarà convocato entro un mese dalla procura, che gli comunicherà la data dell’incarcerazione.

La presidente del tribunale penale di Parigi ha dichiarato Sarkozy colpevole di associazione a delinquere “per aver permesso ai suoi stretti collaboratori e sostenitori politici, sui quali aveva autorità”, di contattare le autorità libiche “al fine di ottenere o cercare di ottenere sostegno finanziario” alla sua campagna elettorale.

L’ex presidente è stato invece assolto dai reati di appropriazione indebita di fondi pubblici libici, corruzione passiva e finanziamento illegale della sua campagna elettorale.

Sentenza di 400 pagine

I suoi due ex collaboratori Claude Guéant e Brice Hortefeux sono stati riconosciuti colpevoli, il primo di associazione a delinquere, corruzione passiva e falso, e il secondo di associazione a delinquere. Guéant è stato condannato a sei anni di prigione, Hortefeux a due.

Eric Woerth, il tesoriere di quella campagna elettorale, è stato invece assolto.

In seguito alla morte in Libano, il 23 settembre, di uno degli imputati e protagonisti del caso, Ziad Takieddine, il tribunale ha inoltre constatato l’estinzione dell’azione penale nei suoi confronti.

Le accuse della procura

Alla fine di marzo, al termine di un processo durato tre mesi, la procura nazionale finanziaria aveva chiesto una condanna a sette anni di reclusione per Sarkozy, accusandolo di aver stretto “un patto di corruzione con uno dei dittatori più infrequentabili degli ultimi trent’anni”. Avevano inoltre chiesto una multa di 300mila euro e cinque anni d’ineleggibilità.

Secondo la procura, in cambio dei finanziamenti, l’ex presidente avrebbe favorito il ritorno sulla scena internazionale della Libia e rinunciato a perseguire il cognato di Gheddafi, Abdullah Senussi, condannato all’ergastolo in contumacia per il suo ruolo nell’attentato al Dc-10 dell’Uta che aveva causato la morte di 170 persone nel 1989.

Sarkozy, che ha sempre proclamato la sua innocenza, aveva reagito definendo “eccessiva” la pena richiesta dalla procura.

Secondo l’ex presidente, le accuse contro di lui fanno parte di un complotto ordito dal clan Gheddafi per vendicarsi del suo ruolo determinante nella caduta del dittatore nel 2011.