All’indomani della caotica conclusione a Madrid della Vuelta, una delle tre grandi corse a tappe ciclistiche internazionali, il 15 settembre il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha ribadito il suo sostegno ai manifestanti filopalestinesi che hanno fatto annullare l’ultima tappa e ha proposto di escludere Israele da tutte le competizioni sportive “finché continuerà la barbarie a Gaza”.
“Ovviamente siamo contrari a qualunque forma di violenza e abbiamo grande rispetto per i ciclisti che hanno partecipato alla Vuelta”, ha dichiarato durante una riunione con alcuni deputati e senatori socialisti.
“Ma abbiamo anche grande rispetto e ammirazione per i manifestanti che nei giorni scorsi si sono mobilitati contro l’ingiustizia, battendosi pacificamente per le loro idee”, ha aggiunto, riprendendo un concetto già espresso la mattina del 14 giugno.
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Sánchez, a capo di una coalizione di sinistra molto critica nei confronti del governo israeliano, era invece rimasto in silenzio il pomeriggio del 14 settembre, dopo che i manifestanti avevano fatto irruzione sul percorso dell’ultima tappa, nel centro di Madrid, costringendo gli organizzatori a cancellarla.
Il 15 settembre il premier spagnolo ha anche proposto di escludere Israele “da tutte le competizioni sportive internazionali finché continuerà la barbarie a Gaza”, citando l’esempio della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.
Lo stesso giorno il ministro della cultura Ernest Urtasun ha ribadito che la Spagna dovrebbe boicottare la prossima edizione dell’Eurovision song contest (Esc) se sarà confermata la partecipazione d’Israele.
Il 14 agosto il ministro degli esteri israeliano Gideon Saar aveva criticato duramente Sánchez, accusandolo di aver “incoraggiato i manifestanti a scendere in piazza” e definendo il suo governo “una vergogna per la Spagna”.
Le relazioni tra Israele e Spagna, che nel 2024 aveva riconosciuto lo stato palestinese, sono molto tese da mesi.
Le tensioni sono aumentate una settimana fa con l’annuncio di Sánchez di nuove misure contro Israele “per il genocidio a Gaza”.
Sul piano interno, dal 14 settembre l’opposizione di destra ha moltiplicato le critiche nei confronti del governo e di Sánchez, accusati di non aver saputo gestire l’ordine pubblico alla Vuelta e di aver incoraggiato i manifestanti.
“Il governo ha non solo permesso ma anche incoraggiato gli attacchi alla Vuelta, facendo fare una pessima figura alla Spagna”, ha affermato la sera del 14 settembre Alberto Núñez Feijóo, leader del Partito popolare (Pp, destra).
In un paese in cui la causa palestinese è molto popolare, la Vuelta è stata più volte disturbata dalle iniziative di manifestanti filopalestinesi che chiedevano l’esclusione della squadra israeliana Israel-Premier Tech, costringendo gli organizzatori ad annullare l’ultima tappa e ad accorciarne altre.