Il 10 settembre la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha proposto delle sanzioni contro i ministri israeliani “estremisti” e una sospensione parziale dell’accordo di associazione tra l’Unione europea e Israele, di fronte a una “situazione inaccettabile a Gaza”.

“Proporremo sanzioni contro i ministri estremisti e i coloni violenti, e una sospensione parziale dell’accordo di associazione per quanto riguarda le questioni commerciali”, ha dichiarato al parlamento europeo a Strasburgo, riconoscendo però che non sarà facile trovare una maggioranza di stati membri per adottare queste misure.

“La carestia non può essere usata come arma di guerra”, ha sottolineato Von der Leyen.

Il 22 agosto le Nazioni Unite avevano proclamato lo stato di carestia in alcune aree della Striscia di Gaza.

Le recenti decisioni prese dal governo israeliano, tra cui un progetto di colonizzazione che dividerebbe in due la Cisgiordania, sono altrettanto “inaccettabili”, ha affermato la presidente della Commissione.

“Israele sta cercando di distruggere la possibilità di una soluzione a due stati del conflitto, e noi non possiamo permetterlo”, ha aggiunto.

Ma i ventisette sono divisi riguardo a Israele.

Di recente una proposta della Commissione di sospendere un programma di aiuti alle start-up israeliane, una misura piuttosto limitata, non era stata adottata per mancanza di maggioranza.

Stavolta Von der Leyen è andata oltre, proponendo di sospendere la parte commerciale dell’accordo di associazione tra l’Unione europea e Israele, una misura chiesta da tempo da alcuni stati membri, tra cui Spagna e Belgio.

L’Unione europea è il primo partner commerciale d’Israele. La sospensione non impedirebbe gli scambi, ma non potrebbero essere applicati dazi preferenziali ed esenzioni.

La misura richiede però una maggioranza qualificata degli stati membri, e “non sarà facile ottenerla”, ha riconosciuto Von der Leyen.

Di fronte alla paralisi dell’Unione europea, alcuni paesi hanno deciso di muoversi in autonomia. La settimana scorsa il Belgio ha adottato una serie di sanzioni contro Israele e contro alcuni ministri del governo di Benjamin Netanyahu, e si è impegnato a unirsi ad altri paesi – tra cui la Francia – che riconosceranno lo stato della Palestina durante la prossima assemblea generale delle Nazioni Unite.

Il 10 settembre Israele ha reagito duramente alla proposta di Von der Leyen. “Le parole della presidente della Commissione europea sono davvero deplorevoli. Ancora una volta l’Europa invia un messaggio sbagliato, che rafforza Hamas”, ha dichiarato sul social network X il ministro degli esteri israeliano Gideon Saar.