Il 3 settembre la Commissione europea ha approvato l’accordo commerciale con il blocco sudamericano del Mercosur e ha invitato i ventisette stati membri ad adottarlo in tempi rapidi.
L’accordo, che prevede un’area di libero scambio, sarà sottoposto anche al parlamento europeo.
Per superare l’opposizione di alcuni paesi, guidati dalla Francia, Bruxelles si è impegnata a fornire “solide garanzie” agli agricoltori. L’accordo sarà quindi integrato da un “atto giuridico” che rafforzi la salvaguardia per i “prodotti europei sensibili”.
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La Commissione interverrà in caso di conseguenze negative per alcuni settori, in particolare quello della carne bovina, del pollame, dello zucchero e dell’etanolo.
La portavoce del governo francese Sophie Primas ha dichiarato che “l’Unione europea ha ascoltato le preoccupazioni della Francia”, aggiungendo però che l’esecutivo si riserva di valutare a fondo le garanzie previste.
La Commissione ha chiesto ai ventisette di approvare l’accordo “in tempi rapidi”, possibilmente entro la fine del 2025, quando scadrà il mandato del brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva come presidente di turno del Mercosur.
L’obiettivo dell’accordo è diversificare gli scambi comerciali dell’Unione europea in una fase difficile per la concorrenza cinese e per i dazi doganali imposti dal presidente statunitense Donald Trump.
L’accordo permetterebbe all’Unione europea di esportare più automobili, macchinari e alcolici in Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay, membri a pieno titolo del Mercosur.
In cambio faciliterebbe le importazioni di carne, zucchero, riso, miele e soia sudamericani, con il rischio d’indebolire alcuni settori agricoli europei.
I sindacati degli agricoltori sono infatti sul piede di guerra.
Il sindacato europeo Copa-Cogeca ha denunciato “una forzatura della Commissione che danneggerà gli agricoltori europei”.
Gli agricoltori sostengono inoltre che i loro colleghi latinoamericani non rispettino le norme sanitarie e ambientali dell’Unione europea.
Ma l’accordo con il Mercosur ha anche molti sostenitori in Europa, a cominciare dalla Germania, che vuole offrire nuovi sbocchi alle sue aziende.