Quasi un terzo degli abitanti di Tuvalu, un arcipelago dell’oceano Pacifico sudoccidentale minacciato dall’aumento del livello del mare, ha chiesto il trasferimento in Australia nell’ambito di un accordo firmato nel 2024.
Secondo i dati ufficiali forniti dal programma australiano di accoglienza, più di tremila abitanti di Tuvalu, su un totale di circa diecimila, si sono registrati per una prima selezione che offre 280 visti.
Canberra prevede di offrire ogni anno 280 visti agli abitanti di Tuvalu, minacciati dall’aumento del livello del mare legato al riscaldamento globale, nell’ambito del cosiddetto Falepili union, un trattato bilaterale firmato l’anno scorso.
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Cosa succede in Asia e nel Pacifico. A cura di Junko Terao. Ogni sabato.
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Un portavoce del ministero degli esteri australiano l’ha definito “il primo accordo di questo tipo al mondo”, che “offre agli abitanti di Tuvalu una via d’uscita in un momento in cui la crisi climatica si sta aggravando”.
“L’Australia riconosce l’impatto devastante del cambiamento climatico sulla sicurezza e il benessere di stati e popolazioni vulnerabili, in particolare nella regione del Pacifico”, ha aggiunto.
In appena quattro giorni 3.125 abitanti di Tuvalu hanno presentato domanda per i primi 280 visti.
Registrarsi costa 25 dollari australiani (poco meno di 14 euro) e i visti saranno assegnati per sorteggio il 18 luglio.
In base al censimento del 2022, Tuvalu ha 10.643 abitanti.
Secondo gli scienziati, l’arcipelago di Tuvalu potrebbe diventare inabitabile entro ottant’anni.
Due dei suoi nove atolli corallini sono già in gran parte sommersi.
Il Falepili union impegna l’Australia a difendere Tuvalu dalle catastrofi naturali, dalle pandemie e da un’eventuale “aggressione militare”.
In cambio, Canberra ha diritto di veto su eventuali accordi di difesa di Tuvalu con altri paesi. L’obiettivo di questa misura è frenare l’influenza cinese nella regione.