Il Vietnam ha abolito, a causa del calo delle nascite, il limite massimo di due figli per coppia, che era in vigore dal 1988, ha affermato il 4 giugno l’agenzia statale Vna.

Le coppie potranno ora decidere liberamente quanti figli avere, ha aggiunto.

Il Vietnam, che ha circa cento milioni di abitanti, teme che il declino del tasso di fecondità, generalmente associato ai paesi ricchi, possa minare il suo dinamismo economico, in un momento in cui l’obiettivo è ottenere lo status di paese ad alto reddito entro il 2045.

Negli ultimi tre anni il tasso di fecondità è stato inferiore alla soglia di sostituzione della popolazione, fissata a 2,1 figli per donna, toccando un minimo storico nel 2024, secondo il ministero della salute.

Il tasso è infatti passato da 2,11 figli per donna nel 2021 a 2,01 nel 2022, 1,96 nel 2023 e 1,91 nel 2024.

Il declino è particolarmente marcato nella capitale Hanoi (nord) e a Ho Chi Minh (sud), le due città principali del Vietnam, un paese in cui i salari non tengono il passo con l’inflazione.

Tran Minh Huong, un’impiegata di 22 anni, ha dichiarato all’Afp che il provvedimento non cambierà la sua idea di non avere figli.

“Crescere un bambino è troppo costoso”, ha detto.

Il viceministro della salute Nguyen Thi Lien Huong ha avvertito che la riduzione del tasso di fecondità mette a rischio la crescita economica, citando l’invecchiamento della popolazione e la riduzione della forza lavoro.

Il Vietnam, un paese comunista, deve anche affrontare uno squilibrio di genere legato alla storica preferenza per i maschi.

Il 3 giugno il ministero della salute ha proposto di triplicare le multe contro la selezione del sesso del feto, portandole a 3.800 dollari, secondo i mezzi d’informazione statali.

Nel paese è vietato ottenere informazioni sul sesso del feto e praticare l’aborto per motivi di genere. Le cliniche che violano la legge sono soggette a sanzioni.

Il rapporto tra i sessi alla nascita, seppur migliorato, rimane squilibrato con 112 maschi ogni cento femmine.

Negli ultimi dieci anni il tasso di fecondità si è ridotto nella maggior parte dei paesi del sudest asiatico. I paesi più colpiti sono la Thailandia e Singapore.