Un ragazzo di 19 anni è morto in Nuova Zelanda dopo aver partecipato a una sfida molto popolare sui social network, ispirata al rugby, che consiste nello scontrarsi frontalmente a tutta velocità, ha annunciato il 27 maggio la polizia.
La cosiddetta “run-it-straight challenge” ottiene decine di migliaia di visualizzazioni e attira grandi folle in Nuova Zelanda e Australia.
“Un ragazzo di 19 anni è morto la sera del 26 maggio per i postumi di una ferita alla testa riportata nel fine settimana”, ha affermato la polizia in un comunicato.
“Partecipava a una sfida molto popolare sui social network in cui i concorrenti si scontrano a tutta velocità senza protezioni”, ha precisato l’ispettore Ross Grantham.
“Invitiamo chiunque voglia partecipare a un evento di questo tipo a tenere conto dei rischi di riportare lesioni potenzialmente fatali”, ha aggiunto.
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Ispirata ai placcaggi del rugby, la sfida è diventata oggetto di competizioni con in palio migliaia di dollari. A volte partecipano anche ex giocatori professionisti di rugby.
L’ala figiana Nemani Nadolo, 37 anni, ex giocatore del Montpellier e del Leicester, ha partecipato a un evento di questo tipo l’anno scorso, secondo la stampa locale.
Gli esperti equiparano la sfida ad alcuni sport da combattimento, mettendo in guardia dai rischi di commozioni cerebrali.
Convulsioni
La settimana scorsa un evento organizzato ad Auckland, nel nord della Nuova Zelanda, era stato sospeso temporaneamente dopo che un concorrente era stato colpito da convulsioni, secondo la stampa.
L’associazione Headway, specializzata nei traumi cranici, ha condannato queste competizioni.
Un numero crescente di studi ha stabilito un legame tra traumi alla testa e malattie neurodegenerative.