La polizia svedese ha affermato il 6 febbraio che le vittime della più grave sparatoria di massa nella storia del paese, avvenuta il 4 febbraio a Örebro, a ovest di Stoccolma, avevano “varie nazionalità”.
In totale sono morte undici persone, tra cui l’autore della strage, mentre altre sei sono rimaste ferite.
L’attacco si è verificato in un centro di formazione per adulti, che tra le altre cose offriva corsi di svedese per immigrati.
Cittadini siriani
Anna Bergkvist, che dirige l’inchiesta, ha dichiarato che la polizia sta ancora cercando di capire il movente della strage.
L’emittente Tv4 ha pubblicato un video girato da uno studente nascosto in un bagno in cui si sentono degli spari e una persona che grida “Lascerete l’Europa!”.
Bergkvist ha aggiunto che tra le vittime ci sono “uomini e donne di varie nazionalità ed età”.
Nella tarda serata del 5 febbraio l’ambasciata siriana a Stoccolma ha fatto le “condoglianze ai familiari delle vittime, tra cui c’erano dei cittadini siriani”.
Il capo della polizia regionale Lars Wiren ha affermato durante una conferenza stampa che i poliziotti arrivati sul posto si sono trovati davanti una “scena infernale, con morti, feriti, urla e fumo”.
Dieci caricatori vuoti e una grande quantità di munizioni inutilizzate sono stati trovati accanto all’autore dell’attacco, che si è suicidato all’arrivo della polizia.
La stampa svedese l’ha identificato come Rickard Andersson, 35 anni, un abitante di Örebro, ma le autorità non hanno confermato la notizia.
Secondo i mezzi d’informazione, conduceva una vita solitaria, era disoccupato e soffriva di disturbi mentali.
Bergkvist ha precisato che la polizia confermerà l’identità dell’autore dell’attacco solo dopo il test del dna.
La strage, definita dal primo ministro Ulf Kristersson “la peggiore sparatoria di massa nella storia della Svezia”, ha sconvolto il paese.
Il pomeriggio del 5 febbraio re Carlo XVI Gustavo, la regina consorte Silvia e Kristersson hanno visitato Örebro, deponendo una corona di fiori vicino al luogo dell’attacco.