Più di un miliardo di persone, metà delle quali minori, vivono in condizioni di povertà estrema nel mondo, ha affermato il 17 ottobre il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp).

Nel loro rapporto annuale, l’Undp e il centro di ricerca Oxford poverty and human development initiative (Ophi) sostengono che i tassi di povertà siano tre volte più alti nei paesi in guerra, che non sono mai stati così tanti dalla fine della seconda guerra mondiale.

Ogni anno l’Undp e l’Ophi calcolano il loro Indice multidimensionale di povertà (Imp), basato sui dati provenienti da 112 paesi in cui vivono 6,3 miliardi di persone.

L’Imp tiene conto tra le altre cose delle carenze di alloggi adeguati, servizi igienici, elettricità, combustibile per cucinare, cibo e istruzione.

“Quest’anno l’indice, basato sui dati del 2023, dipinge un quadro sconfortante: 1,1 miliardi di persone soffrono di povertà multidimensionale nel mondo, 455 milioni delle quali vivono in zone di conflitto”, ha dichiarato all’Afp Yanchun Zhang dell’Undp.

“Nei paesi in guerra le privazioni degli abitanti sono da tre a cinque volte più acute”, ha aggiunto.

Africa subsahariana e Asia meridionale

La povertà estrema è più diffusa nelle aree rurali che in quelle urbane.

Tra le persone che vivono in condizioni di povertà estrema ci sono 584 milioni di bambini e adolescenti. Il tasso di povertà dei minori è del 27,9 per cento, contro il 13,5 per cento degli adulti.

La grande maggioranza delle persone che soffrono di povertà estrema (l’83,2 per cento) vive in Africa subsahariana e in Asia meridionale, e in particolare nel subcontinente indiano, la regione più popolosa del mondo.

I cinque paesi con il maggior numero di persone in condizioni di povertà estrema in termini assoluti sono l’India (234 milioni di persone su una popolazione di 1,4 miliardi), il Pakistan (93 milioni su 236), l’Etiopia (86 milioni su 123), la Nigeria (74 milioni su 218) e la Repubblica Democratica del Congo (66 milioni su 100).