Le piogge torrenziali in Cina hanno provocato almeno trenta morti e 35 dispersi, hanno riferito i mezzi d’informazione statali il 2 agosto, in un momento in cui il paese sta affrontando eventi meteorologici estremi e temperature insolite.

Gran parte del nord ha subito diverse ondate di calore, compresa la capitale Pechino, dove le temperature hanno superato i 35 gradi per diversi giorni, mentre il passaggio del tifone Gaemi la scorsa settimana ha causato forti piogge e inondazioni nel sud e nell’est del paese.

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Il tifone è poi diminuito di intensità, ma anche il centro del paese ne ha subito le conseguenze. La città di Zixing, a circa 1.500 chilometri a sudovest di Pechino, ha registrato precipitazioni record all’inizio della settimana, con 645 millimetri di pioggia in 24 ore, secondo l’agenzia ufficiale China news.

Un villaggio collegato a questa città nella provincia di Hunan (Cina centrale) è stato temporaneamente tagliato fuori dal mondo, senza accesso alle comunicazioni o alla rete stradale. Secondo China News, le autorità hanno inviato più di cinquemila soccorritori e più di 11mila residenti sono stati sfollati. Le piogge torrenziali di lunedì hanno causato almeno trenta morti e 35 dispersi, secondo un rapporto pubblicato giovedì dalla televisione di Stato Cctv.

Luglio è stato il mese più caldo mai registrato in Cina dall’inizio delle registrazioni delle temperature, ha riferito giovedì la Cctv, in un momento in cui le ondate di calore stanno colpendo diverse parti del mondo. Le temperature elevate in Cina non sono insolite in estate, soprattutto nell’arido ovest e sud del paese.

Secondo gli scienziati, le emissioni di gas a effetto serra sono uno dei fattori principali del cambiamento climatico e la Cina è il maggior emettitore mondiale. I record di calore registrati in Cina sono tutt’altro che un’eccezione a livello mondiale.

Il 21 luglio è stata la giornata più calda registrata in tutto il mondo dall’inizio delle registrazioni nel 1940, con una temperatura media globale di 17 gradi centigradi, secondo la rete europea Copernicus.

Il caldo estremo che ha colpito parti dell’Europa e del Nord Africa intorno al Mediterraneo nel mese di luglio sarebbe stato “virtualmente impossibile” senza il riscaldamento globale causato dall’uomo, hanno concluso gli esperti della rete di riferimento World weather attribution (Wwa).

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