L’annuncio è sicuramente clamoroso, ma non cambierà il corso della guerra, almeno nell’immediato. Il 17 novembre, in occasione della visita in Francia del presidente Volodymyr Zelenskyj, all’Ucraina sono stati promessi cento aerei militari Rafale, con i relativi armamenti. Si tratta di un segnale politico importante di Parigi, ma non dobbiamo aspettarci di vedere volare i caccia nel cielo ucraino in tempi brevi.

La “dichiarazione d’intenti” firmata nel corso della breve visita in Francia del presidente ucraino non prevede né un finanziamento né un calendario preciso per la consegna. Sappiamo solo che il programma sarà spalmato su un decennio.

A che serve allora, visto che l’Ucraina è attaccata ogni giorno da droni e missili russi lanciati contro obiettivi civili, infrastrutture energetiche, ferrovie ed edifici residenziali?

In realtà l’obiettivo è preparare l’esercito ucraino per il dopoguerra, quando Kiev dovrà continuare ad affrontare una Russia che di certo non avrà rinunciato alla conquista dell’ex repubblica sovietica. Gli europei lo ripetono spesso: in futuro l’esercito ucraino sarà il baluardo della sicurezza non solo del paese, ma anche del resto d’Europa.

L’annuncio francese sui Rafale arriva tre settimane dopo quello con cui la Svezia ha anticipato la consegna di 150 aerei militari svedesi Gripen all’Ucraina, anche in questo caso nel corso di vari anni. È chiaro che l’esercito ucraino del futuro sarà equipaggiato principalmente con aerei fabbricati in Europa.

Potenza industriale

Uno degli aspetti cruciali di questa guerra, che dura ormai da quasi quattro anni, riguarda il futuro legame tra l’Ucraina e l’Europa, in particolare sul piano della difesa. Paradossalmente l’Ucraina sta diventando una vera potenza militare, anche dal punto di vista industriale. Le aziende occidentali della difesa, infatti, moltiplicano le collaborazioni con l’Ucraina, diventata suo malgrado un laboratorio della guerra tecnologica, in particolare per i droni e l’intelligenza artificiale.

Il presidente francese Emmanuel Macron lo ha dichiarato nel corso della conferenza stampa con Zelenskyj: è importante che l’aumento della spesa militare in Europa non si riduca all’acquisto di armi statunitensi.

Come saranno finanziati i Rafale? La questione, rimasta in sospeso, è di grande attualità. L’Unione europea deve decidere come finanziare il suo sostegno, civile e militare, all’Ucraina. Serviranno 135 miliardi di euro nei prossimi due anni. Gli europei sono ancora divisi sulla possibilità di confiscare a titolo di “risarcimenti di guerra” i miliardi di euro russi congelati in Europa dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Il Belgio, che gestisce i fondi, si oppone nel timore di compromettere la propria reputazione finanziaria. Il 18 e 19 novembre si svolgerà un vertice europeo per uscire dallo stallo.

Oggi è difficile trovare un equilibrio tra la speranza di aiutare efficacemente l’Ucraina sul piano civile e militare, e la necessità di non addossare ai cittadini europei un fardello troppo pesante in tempi difficili. Il rischio, sempre presente, è alimentare delle campagne contro la guerra in Ucraina che la Russia potrebbe strumentalizzare. Pagare gli aiuti all’Ucraina con i fondi russi congelati sarebbe la soluzione più indolore e più giusta.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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